“L’Italia non è un Paese accogliente per i ricercatori”. Così Giorgio Parisi, Nobel per la Fisica 2021, a Trieste lo scorso ottobre ospite dell’ICTP-Centro Internazionale di Fisica Teorica “Abdus Salam” e della SISSA-Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati. “È evidente che se non ci sono impieghi i ricercatori si rivolgono all’estero e questo è vero sia per i ricercatori italiani che per quelli stranieri che trascorrono nel nostro Paese pochissimo tempo”.
Già presidente dell’Accademia dei Lincei e membro della National Academy of Sciences americana, Giorgio Parisi è stato insignito del Premio Nobel per la Fisica 2021 «per i contributi innovativi alla comprensione dei sistemi fisici complessi». Le sue ricerche scientifiche hanno riguardato principalmente la fisica statistica, la fisica matematica e la fisica della materia condensata; i suoi studi hanno, però, una rilevanza che travalica questi confini per spingersi in altri ambiti della conoscenza, dall’antropologia alle scienze cognitive, dalla finanza alle scienze sociali.
Alla domanda cosa fare per rendere il nostro Paese più attrattivo, il fisico romano ha risposto “Dobbiamo mettere su un sistema strutturato che funzioni anno dopo anno. Serve costanza nei finanziamenti e un aumento degli investimenti pubblici. Attualmente, l‘Italia è fanalino di coda per investimenti in ricerca e sviluppo”.
Da questo punto di vista il Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta di certo un’opportunità di crescita per il nostro Paese. “Si tratta di una misura in un transiente che durerà cinque anni” ha commentato Parisi “bisogna capire quali saranno, poi, le misure ordinarie adottate. La cosa importante è aumentare il budget in finanziaria. Se vogliamo arrivare a una situazione equiparabile a quella francese attuale, bisogna implementare lo stanziamento in finanziaria di un miliardo ogni anno per i prossimi 5 anni”.
Altro ambito su cui investire, secondo il Nobel, è la scuola, fondamentale per creare un’educazione scientifica diffusa, che mai come ora si è rivelata essenziale per i cittadini. “È molto importante cercare di capire i fondamenti della scienza, capire come funziona il metodo scientifico e come si forma il consenso tra gli scienziati. Questo è un problema serio che nessuno insegna nelle scuole. A mio avviso deve essere riformato l’insegnamento delle scienze, cominciando come suggeriva Maria Montessori dai bambini dell’asilo e organizzando per loro esperimenti che gli consentano di imparare scientificamente dall’esperienza”.
Molto amato e ammirato da studenti e giovani ricercatori, anche a Trieste Parisi è stato accolto con un lungo e commosso applauso. Per gli scienziati del sistema scientifico giuliano il fisico ha tenuto uno speech dal titolo “The value of science” (Il valore della scienza), in cui ha raccontato il progresso della scienza dalle sue origini, i principi e i valori che la guidano e il suo ruolo nella contemporaneità, portando la sua prospettiva unica di ricercatore e intellettuale capace di muoversi in campi del sapere molto diversi.
“La scienza è antichissima. I primi scienziati sono stati quelli che hanno scoperto il fuoco o addomesticato gli animali. Col passare dei secoli e dei millenni, ha assunto un significato del tutto nuovo” ha spiegato il prof. Parisi nel corso dell’incontro triestino “Pertanto, oggi, la scienza è qualcosa di molto differente da ciò che fu all’inizio”.
Come si è evoluta la scienza, qual è il suo significato ora e quali sono i doveri degli scienziati sono stati i temi al centro dello speech “The value of science”, disponibile qui in forma integrale in lingua inglese: https://www.youtube.com/watch?v=UAxY447jlV0