I finanziamenti dello European Research Council (ERC) supportano i ricercatori che desiderino condurre un progetto di ricerca di frontiera in Europa su un tema da loro proposto (approccio "bottom-up"). Il Programma incoraggia proposte trasversali, progetti “di frontiera”, che si rivolgano ad applicazioni e ambiti nuovi ed emergenti e che introducano approcci non convenzionali e innovativi per la ricerca. In previsione delle ultime call 2019 e 2020, abbiamo chiesto a Serena Borgna, Punto Nazionale di Contatto APRE, alcuni suggerimenti ed elementi distintivi degli schemi più ambiti dai ricercatori europei e internazionali.

 

Cara Serena, in previsione delle ultime call di Horizon 2020, ci aiuti a ricordare brevemente i principali elementi che caratterizzano il profilo di un Principal Investigator per uno Starting Grant rispetto a un Consolidator e a un Advanced Grant?

Lo Starting Grant, che nel bando 2020 mette a disposizione circa 700 milioni di euro, è una incredibile opportunità di finanziamento dedicata ai ricercatori più promettenti che si trovano nella fase iniziale della loro carriera. Il candidato dovrà aver ottenuto il Phd in una finestra temporale che va da 2 a 7 anni tra il 1.1.2020 e la data di ottenimento dello stesso Phd e, affianco a questo, dovrà dimostrare di aver già svolto ricerca in maniera indipendente (almeno una pubblicazione senza Phd supervisor) e avere un promettente track record, incluse collaborazioni internazionali.

Non ci sono limiti di provenienza né di età per applicare ma anche per gli Advanced Grant, ovvero ricercatori con oltre 10 anni di esperienza, un tema importante è la presentazione chiara e sintetica del profilo. Puoi dare qualche suggerimento su come impostare un CV che non superi le 2/3 pagine, inserendo alcuni elementi chiave per la valutazione?

La mancanza di limiti di età e provenienza è una peculiarità degli schemi ERC, e un ampio spettro di ricercatori tra i 25 e gli 85 anni hanno ottenuto un grant. Relativamente al profilo, l’ERC chiede al candidato di compilare un massimo di due pagine di CV e due pagine di track record. In questo spazio, al candidato viene richiesto di descrivere il suo percorso e i risultati ottenuti nel suo campo, ma ciò richiede uno sforzo aggiuntivo. Infatti, deve anche riuscire a far capire al valutatore quelle che sono le sue principali linee di ricerca e le connessioni all’idea progettuale che si sta presentando. Il CV e il track record non sono solamente un formulario ma è la possibilità che viene data ai futuri PI di raccontarsi e far comprendere la loro eccellenza attraverso una narrazione delle stesse pubblicazioni e del loro cammino nella ricerca.

Elenco brevemente alcuni elementi per me imprescindibili in un CV: focus sulle collaborazioni internazionali (specialmente per candidati con percorsi “lineari”), dettaglio dei finanziamenti ricevuti e valorizzazione delle posizioni di leadership nella gestione di team di ricerca, piccolo paragrafo che racconti il PI e il perché è importante il grant ERC in questo momento della sua carriera. Relativamente al track record, mi permetto di suggerire di non lasciare nulla per scontato e di dare un risalto al perché si è scelta una determinata selezione di pubblicazioni o partecipazioni a conferenze, cercando di legare le stesse all’eccellenza del profilo del PI (per citazioni, indipendenza, contributo) e della sua capacità di portare avanti l’idea progettuale (fattibilità).

Il processo di scrittura per un ERC è molto diverso dagli altri Work Programme di Horizon 2020. In questi schemi si punta sull’unico criterio dell’eccellenza, sull’alto profilo del ricercatore, la sua visione, la valorizzazione del team e la capacità di definire in sintesi un budget che comprenda personale, attrezzature e viaggi. Come spiegare quindi a un ricercatore che non si tratta di ricerca collaborativa ma di puntare sugli aspetti che esaltano la sua indipendenza?

La parola chiave è individualità. Il progetto ERC è un unicum con il ricercatore e non può prescindere da lui. Il team di ricerca è sicuramente rilevante, ma è un team supervisionato dal PI e gestito dallo stesso. Non è un network, esiste solamente un progetto e un PI (con il suo team) e loro sono legati in maniera indissolubile. La centralità del PI dovrà essere enfatizzata nella proposta, stressata anche con una scrittura “propria”, meno standard e in prima persona.

Il processo di valutazione dell’ERC è lungo e articolato, ma è anche vero che i ricercatori hanno accesso a tante banche dati per visionare gli abstract dei progetti finanziati nelle call precedenti, i profili dei valutatori e molto altro. Come suggerisci di sfruttare al meglio queste banche dati per chi sta pensando a una submission nel 2019 o nel 2020?

In tre modi: 1) per capire che tipo di idea progettuale è premiata dall’ERC e con quale tipologia di profili di ricercatori ci troveremo a competere; 2) per scrivere una proposta che sia comprensibile e interessante al mio panel di ricerca; 3) per scegliere il panel di valutazione che sia il più possibile vicino al tema della mia idea.

Nel primo caso, l’ERC mette a disposizione un database di progetti finanziati consultabili per tema e schema di finanziamento; nel secondo e terzo caso, sono disponibili i nominativi dei panel member delle call passate (fino al 2018) e la lista dei reviewer esterni. L’analisi del panel in cui sottomettere richiede una valutazione approfondita per capire al meglio come strutturare la sinossi (o B1 della proposta) e renderla comprensibile e interessante anche per i generalisti del panel.

Infine, possiamo anticipare qualche elemento chiave sul proseguimento dell’attività e dei bandi ERC in Horizon Europe 2021-2027?

Quello che posso dire oggi è che l’ERC rimarrà un punto saldo anche nel futuro programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea. La ricerca di frontiera riveste, e continuerà a rivestire, un ruolo prioritario nel panorama internazionale. Si parla di quasi 17 miliardi di euro a disposizione del Programma (con un aumento di 2,5 miliardi di euro rispetto all’attuale H2020). E, come ha dichiarato il Commissario Moedas, “there will therefore be a strong degree of continuity from ERC’s perspective because excellence will remain at the core of the programme”.