Il prossimo 17 aprile, presso Area Science Park, si terrà il convegno "Nuove opportunità per la ricerca e sviluppo FVG: da Horizon 2020 a Horizon Europe e il Programma AAL (Active and Assisted Living)", organizzato dal Comitato APRE FVG in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e APRE. Il Convegno sarà l’occasione per presentare le linee strategiche della nuova programmazione Horizon Europe e confrontarsi sui risultati e sulle buone prassi regionali sviluppate nella programmazione Horizon 2020.

Abbiamo posto all’ing. Falzetti, Direttore di APRE, e alla dott.ssa Martina Desole, NCP APRE, alcune domande sui temi che saranno approfonditi durante il Convegno.

 

Ing. Falzetti, la Commissione sembra stia centrando l’obiettivo di raggiungere un accordo politico su Horizon Europe - il prossimo Programma Quadro europeo dedicato a Ricerca e Innovazione per il periodo 2021-2027 - prima della scadenza dell’attuale legislatura. Quali sono gli elementi strutturali di Horizon Europe che vengono quindi definiti dall’Accordo?

Possiamo dire che l’accordo istituzionale su gran parte di Horizon Europe è stato raggiunto. L’accordo definisce un testo legislativo «consolidato» del prossimo programma, che comprende, tra le altre cose: gli obiettivi, la struttura e l’articolazione in pilastri, le denominazioni dei cluster, le aree per missioni e partenariati, le regole di partecipazione e finanziamento, le norme su etica e sicurezza, i criteri di valutazione; la struttura, gli obiettivi e i contenuti dello European Innovation Council; i principali aspetti di governance del programma; le linee di attività di ricerca e innovazione in dettaglio per tutte le tematiche in cui Horizon Europe è ripartito. Ciò consente alle istituzioni UE – alla Commissione, soprattutto – di raggiungere l’obiettivo previsto all’inizio del percorso (chiudere un accordo politico prima delle elezioni europee) ma, soprattutto, permette a tutti noi di avere un’idea molto precisa, già da ora (a più di venti mesi dal lancio ufficiale), su come sarà il Programma europeo di R&I per i sette anni che vanno dal 2021 al 2027.

Come proseguirà adesso il cammino per la pianificazione strategica di Horizon Europe, ovvero quando potremo iniziare ad avere maggiori informazioni sul budget, le sinergie con altri programmi europei, i Work Programme e le prime call di Horizon Europe?

L’accordo è parziale. Restano fuori gli aspetti orizzontali, ovvero tutto ciò che, per essere definito, deve attendere l’accordo generale sulla programmazione UE 2021-27: bilancio; norme sulla cooperazione internazionale; sinergie. Il negoziato legislativo su questi aspetti riprenderà nei primi mesi della prossima legislatura, protagonisti la nuova Commissione e il nuovo Parlamento: ad essere ottimisti, non ci aspettiamo l’adozione finale del testo prima della primavera del prossimo anno. Partirà invece subito – proprio in seguito all’accordo e alla definizione di un testo consolidato – la pianificazione strategica, il processo che dai testi legislativi porterà alla definizione dei Programmi di Lavoro e dei primi bandi di finanziamento di Horizon Europe. Il Piano strategico di R&I – il documento che delineerà le priorità dell’UE in tema di ricerca e innovazione per i primi quattro anni di Horizon Europe – sarà pronto all’inizio del prossimo anno; immediatamente dopo inizierà la preparazione dei Programmi di Lavoro, che, se tutto andrà come ci si aspetta, saranno pubblicati nell’autunno del 2020.

Dott.ssa Desole, quali saranno gli elementi di collegamento che già si intravedono tra Horizon 2020 e Horizon Europe?

La continuità più forte tra Horizon 2020 e Horizon Europe riguarda sicuramente il pacchetto “regole”: le regole di partecipazione e finanziamento, le norme su etica e sicurezza, i criteri di valutazione, ecc. La struttura è in continuità nella forma (tre pilastri), ma solo parzialmente nella sostanza: il primo pilastro “Excellent Science” ricalca quello di Horizon 2020; il pilastro “Global Challenges and European Industrial Competitiveness” è, nei fatti, una fusione tra il secondo e il terzo pilastro attuale; il terzo pilastro “Innovative Europe” è del tutto nuovo. E poi abbiamo le tre novità principali: EIC, missioni e governance del Programma.

Un’interessante novità di Horizon Europe sembra sia rappresentata dalle Mission. Dott.ssa Desole, ci può aiutare a capire meglio, in sintesi, di cosa si tratta? Su quali aree scientifiche verranno attivate e come funzionerà il processo di questa programmazione strategica?

La missione di R&I – formalmente, un portafoglio di progetti di ricerca e innovazione finanziati nell’ambito di Horizon Europe – dovrà indicare obiettivi ambiziosi e rilevanti per la vita quotidiana della cittadinanza europea da raggiungersi entro un arco di tempo definito, e contribuire così ad alimentare l’interesse del cittadino comune attorno alla ricerca europea. Per dirla con le parole del Commissario Moedas, le missioni vogliono dar vita a qualcosa che faccia parlare di ricerca europea l’uomo della strada. L’accordo istituzionale introduce nel testo legislativo cinque possibili aree per le missioni: Adapting to climate change, including societal transformation; Cancer; Healthy oceans, seas, coastal and inland waters; Climate-neutral and smart cities; Soil health and food. Le missioni specifiche che scaturiranno da queste aree verranno definite nell’ambito del processo di pianificazione strategica e saranno il risultato di un lavoro coordinato del Comitato di Programma Ombra (Configurazione Strategica) di Horizon Europe – che s’insedierà a inizio maggio – e dei 5 Mission Boards (uno per ogni area) che verranno istituiti subito dopo l’estate.