Già dallo scorso anno la Commissione europea ha lanciato lo European Innovation Council - EIC, un’iniziativa pilota a supporto delle imprese europee altamente innovative, in vista del prossimo programma di ricerca e innovazione Horizon Europe.

Il Work Programme “Towards the next Framework Programme for Research and Innovation: Enhanced European Innovation Council (EIC) pilot” prevede due schemi di finanziamento: EIC Pathfinder pilot ed EIC Accelerator pilot. L’EIC Accelerator pilot (ex SME Instrument) promuove il cofinanziamento di startup, piccole e medie imprese a vocazione fortemente innovativa, con l’obiettivo di accelerare i loro processi di crescita sui mercati internazionali.

Abbiamo chiesto ad Antonio Carbone, Punto di Contatto Nazionale APRE, di approfondire alcuni elementi chiave del Programma e dei bandi in scadenza per il 2020.

 

Antonio, i dati sullo SME Instrument a livello europeo dimostrano sicuramente il successo dell’Iniziativa e anche l’Italia, nonostante il gap tra partecipazione e finanziamento, è uno dei Paesi che è stato più attivo. Ci puoi dire qualcosa, in più leggendo i dati della partecipazione nazionale sulla tipologia delle PMI e sui settori più innovativi finanziati?

In effetti SME Instrument, nel corso di Horizon 2020, si è affermato come uno strumento di successo, molto vicino alle esigenze delle PMI innovative europee. La possibilità del mono-beneficiario e l’approccio bottom-up sono stati sicuramente elementi dirimenti per attrarre tante piccole e medie aziende europee, specie i cosidetti newcomers. Basti pensare che circa il 25% delle proposte presentate sinora su Horizon 2020 ricade, appunto, su SME Instrument. Il nostro Paese ha seguito sicuramente il trend. Anzi, in qualche modo è stato uno dei leader, visto che si è affermato come il secondo Paese per numero di proposte presentate e il quarto in termini di proposte finanziate.

Macro settori come Health e ICT sono di estremo interesse per Bruxelles, a maggior ragione con le novità introdotte da EIC Accelerator Pilot e il focus sul concetto di scalabilità. Le nostre aziende si sono comunque distinte anche in altri settori tecnologici e di mercato, quali il settore energetico, quello manifatturiero e dei trasporti. E anche in questi settori verte il nuovo Green Deal, recentemente lanciato dalla Commissione europea. Attenzione, perché nei prossimi mesi vi saranno opportunità di finanziamento dedicate al Green Deal anche nel Pilot dell’EIC Accelerator nel corso del 2020.

Leggendo il Programma pilota, si intuisce subito che con l’EIC la Commissione intende occuparsi dell’intero spettro del Technology Readiness Level (TRL), supportando quindi l’arco di sviluppo dell’impresa: dall’idea alla commercializzazione di un progetto innovativo. Antonio, ci puoi aiutare a capire bene le caratteristiche dei vari strumenti previsti?

Il primo pilot dello European Innovation Council - EIC è stato lanciato dalla Commissione nel 2018. Successivamente, è stato lanciato un pilot avanzato per testare una serie di strumenti che saranno più compiutamente definiti nella prossima programmazione e con Horizon Europe 2021-2027. In primis, la Commissione ha raggruppato in un unico cappello, l’EIC appunto, una serie di misure già esistenti lungo tutta la catena del valore, assicurando una dotazione finanziaria di circa tre miliardi di euro. Misure accomunate dall’attenzione su innovazioni breakthrough, disruptive o market-creating innovation e da un approccio principalmente bottom-up, che consenta a ricercatori, imprenditori, startupper e innovatori in generale di “stupire” con lo sviluppo di prodotti, servizi, innovazioni di processo e business model fortemente dirompenti. L’obiettivo finale è quello di creare un “one stop shop” al quale gli innovatori, a vari stadi di sviluppo, possano rivolgersi e definire meglio i propri percorsi di sviluppo. Questa è l’ambizione della Commissione e delle EIC Task Force in vista di Horizon Europe. Al momento, il Work Programme EIC contiene strumenti che coprono gli stadi:

  • di ricerca di base da TRL 1 a TRL 3-4, come i progetti collaborativi quali EIC Pathfinder FET Open e FET Proactive;

  • di prototipazione e prime dimostrazioni da TRL 3 a TRL 5-6, quali le EIC Pathfinder Transition to Innovation Activities e il FET Innovation Launchpad;

  • di pre-industrializzazione e validazione del business model da TRL 6 a TRL 8 (EIC Accelerator - Grant);

  • di commercializzazione e market uptake and deployment (la nuova opzione di Equity di EIC Accelerator).

 

Quali sono quindi gli elementi chiave distintivi del nuovo Accelerator Programme rispetto allo Strumento PMI e come funzionerà il “finanziamento misto” dell’EIC?

L’Accelerator Pilot 2019-2020 prende spunto dall’esperienza SME Instrument, ma si propone di fare un passaggio ulteriore, supportando PMI e startup innovative anche nello stadio di commercializzazione e crescita sui mercati internazionali (scaling up). Proprio per questo, la Commissione si sta dotando in queste settimane di un vero e proprio Fondo di Venture Capital (EIC Fund) che, singolarmente o in sinergia con investitori privati, andrà a investire in azienda attraverso meccanismi di Equity. Un investimento che può arrivare fino a 15 milioni di euro per singola azienda. Al momento, l’EIC Fund non è ancora stato costituito e il meccanismo di Equity resta a discrezione dell’azienda proponente in questa fase pilota. Resta invece attivo il grant al 70% per importi che vanno indicativamente da 500.000 a 2,5 milioni di euro, al fine di coprire la fase pre-industriale.

Direi che l’attenzione della Commissione si rivolge sempre più verso PMI e startup molto innovative e/o deep tech e ancora ad “alto rischio”. Proprio il concetto di alto rischio (finanziario, lungo ciclo dell’innovazione, ecc.) diventa dirimente per giustificare l’intervento pubblico. Concetti quali “non bancabilità” e “scalabilità” sono assolutamente centrali nella logica dell’Accelerator.

Altre novità di rilievo introdotte dall’Accelerator riguardano la cancellazione della Fase 1 dello Strumento PMI (i 50.000 euro lump sum per gli studi di fattibilità) e l’obbligatorietà della regola del mono-beneficiario/proponente. Saranno altresì potenziati i servizi di coaching e accelerazione di impresa per i beneficiari.

 

Com’è cambiato il processo di valutazione e quali consigli daresti a chi sta guardando ai bandi 2020?

Soprattutto sull’Accelerator, aggiungerei che la Commissione vuole giustamente incontrare, e in qualche modo testare, le aziende e i loro team prima di prendere una decisione. A una valutazione da remoto si aggiunge un’intervista a Bruxelles, in cui le aziende pre-selezionate sono chiamate a convincere degli esperti reclutati dalla Commissione, per lo più dal mondo degli investitori privati. La sfida consiste nel colpire l’attenzione con un pitch accattivante nei primi 10 minuti, per poi essere pronti a rispondere a tutti i dubbi e chiarimenti degli esperti nei successivi 30 minuti. Una sfida che va giocata quindi in tempi stretti, in lingua inglese e al cospetto di persone che incontrano circa 20 aziende in pochi giorni. Sono tutti fattori che possono incidere sulla “prestazione” della società.

Quello che è certo è che, a partire dalla domanda di finanziamento, bisogna focalizzare le idee e comunicarle nel modo più chiaro e convincente. Capacità di execution, analisi del bisogno di mercato/del cliente, conoscenza del mercato e dei competitor, business model definito, proiezioni finanziarie ambiziose e potenziale scaling up sono tutti elementi decisivi per avere chance di successo in una misura altamente competitiva.